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Sebastiano Bonfiglio (Erice, 23 settembre 1879 – Erice, 10 giugno 1922)

Sebastiano Bonfiglio


Sebastiano Bonfiglio (Erice23 settembre 1879 – Erice10 giugno 1922) è stato un sindacalista socialista e politico italianoSindaco di Erice dal 3 ottobre 1920 al 10 giugno 1922, venne ucciso in un agguato dalla mafia.


Biografia 


Nacque nel quartiere San Marco di Erice, il 23 settembre 1879 da Nicolò e Francesca Tosto. Suo padre, nel 1893, fu membro dei fasci dei lavoratori siciliani locali e portò con sé anche il figlio giovanissimo. Per questo Sebastiano dovette interrompere presto gli studi per seguire il padre, finché non trovò lavoro in una falegnameria. Fu qui che aderì al movimento socialista. In seguito riprese gli studi come autodidatta riuscendo a conseguire prima il diploma di insegnante elementare e poi quello di perito agrario.

Attività 

Uomo con un ruolo attivo nella politica, si distinse per le continue lotte insieme ai contadini e agli artigiani contro il potere mafioso. La sua attività iniziò precisamente nel 1901 quando aderì ad uno sciopero agricolo. Infatti, nel 1902 fu eletto direttore della Federazione provinciale del PSI di Trapani e l'anno dopo direttore del giornale La voce dei socialisti. Nel 1904 si trasferì a Milano, dove trovò lavoro nella fabbrica di mobili Stigler. Qui, collaborò con sindacalisti ed esponenti del Psi come Lazzari e Turati. Ritornato in Sicilia, nel 1906, pochi mesi dopo per un breve periodo si trasferì in America dove fondò un partito socialista a Brooklyn e una cooperativa di consumo nel 1909. Ritornato in Italia, fu chiamato al militare a causa dell'immediata Prima guerra mondiale che stava per scoppiare. Unitamente a questo continuò la sua attività senza abbandonare le sue lotte per i diritti della classe agricola. Nel 1911, infatti, assunse la direzione del giornale La voce dei socialisti di Chicago. Nel 1913 prese una dura posizione in Sicilia contro la scissione riformista nel PSI di Leonida Bissolati, per questo fu introdotto all'interno del comitato promotore del partito e nello stesso anno guidò lo sciopero dei contadini; per ciò fu arrestato e condannato a cinque mesi di reclusione. Uscito di prigione nel 1914 e, con la guerra ormai alle porte, si schierò contro i promotori del conflitto, venendo internato nel corpo sanitario, ma per le sue idee rivoluzionarie fu mandato a Cirene (Libia), dove dimostrò la sua persona quale solidale e altruista, facendo costruire una scuola per i bambini arabi. Finita la guerra riprese l'attività politica - sindacale che aveva iniziato pochi anni prima e le lotte agricole nel trapanese. Nel 1920 fu l'anno della vittoria dei socialisti su tutti i fronti ed il 3 ottobre durante le elezioni amministrative di quell'anno Bonfiglio venne eletto sindaco di Erice. Durante il suo mandato fu in contrasto con tutto il sistema politico della città di Erice, poiché sosteneva con fervore lo spostamento del capoluogo Erice a favore di quello di San Marco - (Valderice), questo testimoniato dal fatto che fece stilare un'apposita circolare comunale riguardante codesta proposta. Seguace di Giacinto Menotti Serrati e Adelchi Baratono, durante il Congresso nazionale di Livorno, nel 1921, divenne membro della direzione del partito socialista.

Assassinio 

Ucciso il 10 giugno 1922, mentre tornava a casa insieme ad un collega, dopo aver presidiato una riunione consiliare del comune, fu colpito da due colpi di fucile da un sicario nascosto dietro ad un muretto. Il suo assassinio fu uno dei tanti da parte della mafia di quegli anni, poiché quest'ultima aveva già provveduto a sbarazzarsi, negli anni passati, dei principali oppositori nelle città quali Salemi, Castelvetrano, Paceco e nella provincia di Trapani.

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